Così…

Tra un bicchiere di vino e l’altro, una sigaretta e l’altra continui a “vivere” imperterrito la tua vita. L’unico senso di speranza è dettato da mere illusioni che si dimostrano assolutamente futili e prive di ogni significato e logica.

Gente che giudica prima di conoscere, che diffida prima di conoscere, che si dimostra interessata per poi snobbarti, ma vaffanculo!

L’incoerenza è sempre giustificata da qualche frase di circostanza ben ripetuta per ogni occasione.

Fanculo. Sottoscrivo.

Se non ci fosse, sarebbe impossibile

Non sei nessuno. Un demente fra tanti. Trovi qualcosa che ti renda felice indipendentemente dal mondo esterno. Qualcosa che ti faccia sperare, vivere, emozionare. No, non quella tecnica. Quella mi fa rabbrividire per la complessità, non di emozioni. Intendo dire… quella scritta e suonata con l’anima. Una vera e propria religione, un credo. Probabilmente è proprio questo il mio credo. Inizia per M e finisce per A. Dio? E’ nascosto in un intreccio di suoni che formano melodie, rumori, distorsioni, vibrazioni.

Discesa ripida e risalita

In questo ultimo periodo non è tutto così piatto e ridicolo.

Noto grandi e piccoli discese, piccole risalite, cose assurde, gente assurda (ma tu chi cazzo sei?). Mi fisso con delle persone che non so neanche chi cazzo siano. Entrano nella mia testa a colmare il vuoto o il pieno di pensieri esistenziali.

Ti intrufoli, lanci le tue beneamate frecciatine, ma non so se stai attuando una tua strategia difensiva, o forse sei una narcisa tra le tante. (chi cazzo ti credi di essere?)

La vita scorre, 14 marzo, sembrano passati 2 giorni dai 3 mesi di risalite. Sembra tanto, eppure è passato davvero poco…

Così: Londra, un’entità che osserva in modo inquietante, la chiusura di quell’odiatissimo giornale, cercare di uscire di casa, cercare di spiccicare due parole con qualche d’uno, provare a sentirsi diversi.

Perchè infondo, mi sento davvero diverso da 6 mesi fa. Mi sento più cinico, menefreghista, stronzo, acido, ma con la consapevolezza che è tutta apparenza, lasciando un angolo per quelle persone che lo meritano.

Sapori retrò

Chi non ha mai avuto la sensazione di essere troppo “digitalizzato”?

Sono uno di quelli che si sente nostalgico dell’analogico, di quelle marce musicassette che infilavamo nel walkman, nell’autoradio, nello stereo portatile, o di quelle enormi VHS di cui facevamo girare i nastri sul vecchio videoregistratore che, col tempo e la polvere, si sarebbero, prima o poi, rovinate.

Perchè essere nostalgici? Non lo so neanche io con certezza, forse i vecchi strumenti analogici avevano una loro vita attorno a sè. Dentro una registrazione potevi osservare fruscii fastidiosi, rumori di sottofondo, piccole imperfezioni, a volte sfuggite di mano, a volte non correggibili. E’ proprio questo che mi rende nostalgico, l’imperfezione di quei strumenti, di ciò che potevano creare illudendoci nella loro finta perfezione. Se solo avessimo aumentato i decibel potevamo osservare tutti quei piccoli difetti che notiamo nella vita. Ciò li rendeva unici, intoccabili.

Oggi è tutto digitalizzato, perfetto, neanche una minima riga. Presto spariranno anche le rughe, i nei, i capelli bianchi, l’occhio fuori posto, le unghia, i denti ingialliti.

Ogni cosa al suo posto. Ogni cosa esclusivamente perfetta. Ogni cosa non invecchierà mai, perchè inserita dentro un bellissimo e luccicante CD o DVD con le molteplici qualità.

Perchè la bellezza è imperfezione in ogni singola cosa.

Il disgusto, l’incertezza, la misantropia

Tre termini che mi descrivono a pieno in questo istante, anzi, nell’arco dell’intera esistenza. Qui, in questo momento, colmando una noia e un’insoddisfazione forse incolmabile, nonostante poi si raggiunga ogni desiderio, obiettivo, tendo ad essere disgustato da ciò che mi circonda, dall’umanità in genere, dall’incertezza, dalla misantropia. Bisognerebbe scivolare su ogni stronzata, su ogni piccolo equivoco e mettersi l’anima in pace, o soffocarsi per il resto della vita? Non ne uscirete, qualsiasi obiettivo raggiungerete. Sarete sempre voi stessi, il disgusto, la merda, è sempre dietro l’angolo, pure quando vi sarete illusi. Perchè rendere la vita così invivibile, perchè sopravvivere in modo indignitoso? Nessuna risposta. Ognuno vive come meglio gli viene, come la sorte gli ha affidato, chi in modo più estroverso, chi in modo più insensibile, superficiale e “leggero”, chi non sa che cazzo fare per il resto della vita, chi non sa che cazzo fare, ma sta già facendo pur non sapendo e forse… non lo saprà mai. Solitudine? Isolamento? Se non abusate, possono servire a qualunque anima per riflettere (se è in grado di farlo). Buongiorno.

P.S. E’ un giorno come tanti altri, risparmiatevi i vostri fottutissimi auguri del cazzo al (gentil?) sesso. Un mucchio di stronzate.

01.22

Ti ritrovi a chiedere più tempo durante le giornate, ti sembra che tutto passi così in fretta senza poter cogliere ogni singolo istante e renderlo migliore. No, stronzate. Sopravvivi, ogni tanto vivi, raramente. Almeno, qui è così. Per voi, non so. E’ solo difficile illudersi e vedere qualcosa di veramente “autentico” in ogni forma di essere vivente. Rigidità? Freddezza? Cinismo? Non saprei, eppure penso di azzeccarci ogni volta, fottutamente immerso nella propria illusione di credersi Dio, in grado di poter categorizzare, capire, giudicare, osservare, inquadrare ogni cosa. Forse, è un incredibile stronzata e vorrei cominciare a crederci.

Buonanotte.

Frammento #1

Improvvisamente è pioggia
Scivola, la mia pelle è gelida
Ogni voce che svanisce
E’ così che va la mente

E’ già inverno
Il mio cuore in pezzi
Dentro un pezzo di latta

Non temere, finirà
Vuoi capire se cadrai?
Tutto prima o poi cadrà

Ascoltami
Se ogni Dio è senza te, ogni senso è nelle nuvole

Il grido è inutile
Se questa è la realtà
Tutto ciò che senso ha
Che senso ha?

Cerco di nuovo una scossa
nel tempo
eppure adesso
mi chiedo se esisto

Citazione

“…questo mondo affollato di equivoci”

Sai, è proprio angusto questo mondo affollato di equivoci

Ciò che meriti è semplicemente una sorta di boomerang. Penso che prima o poi ogni cosa torni indietro. Se non ora, fra 10, 20, 30, 40, 50, o chissà. Forse mai. Forse in questo istante. Forse ieri. Forse domani. Fanculo.

Probabilmente, io meritavo di più.

Ciao.